Il 3 luglio a Padova saremo al Pride, vogliamo essere visibili e portare le nostre istanze!
Fuori e dentro la “comunità rainbow”, alcune identità o soggettività sono invisibilizzate se non direttamente bistrattate. Gli etero ci feticizzano o non sanno direttamente che esistiamo, “la comunità LGBT” ci derubrica a corollaio per concentrasi solo sulle lotte per i diritti omosessuali, e ci infantilizza. Ci viene detto che “dobbiamo ancora capire cosa siamo”. Eppure chi fa attivismo gay in teoria dovrebbe sapere che la contrapposizione tra “etero” e “omosessuali”, derivata a sua volta da quella tra “uomini e donne”, è anche alla base dell’omofobia.
Come persone Bi+, siamo stufə di un attivismo che ci impiega come manodopera ma non dedica fondi e attenzioni alle nostre istanze, che a volte ci pressa a definirci omosessuali e al contempo ci dice che “i bisessuali non scendono in piazza”. La bifobia esiste, ha caratteristiche specifiche, e deve venire combattuta. Come donne Bi+, reclamiamo il nostro posto nell’attivismo, da Brenda Howard in poi: il nostro non è solo un ruolo di cura relazionale all’interno delle organizzazioni, nostre sono ideazione e realizzazione di istanze. Inoltre, vogliamo ripetere agli etero che no, non vogliamo fare una cosa a tre: non siamo unicorni a cui dare la caccia. Ripensiamo allo stupro della Fortezza da Basso e affermiamo, visto che ce n’è bisogno, che non siamo instabili e se ci stuprano il nostro orientamento sessuale non scagiona gli stupratori.
Siamo stufə di un attivismo che ci dice di “non essere divisivə” quando facciamo notare che il DDL Zan, che pure abbiamo sostenuto, nemmeno citava le persone asessuali, aromantiche, e non-binary, magari spiegandoci che non siamo poi così discriminatə. Le persone Ace hanno un alto rischio alto di moltestie, stupri correttivi, e terapie di conversione: a tutto ciò è stata data agibilità anche in spazi “safe” e questo è inaccettabile. Combattere la sessuofobia e invece invalidare l’orientamento o addirittura il consenso altrui sono due cose molto diverse, la seconda è solo violenza.
Le persone non-binary subiscono la transfobia con l’aggiunta di non essere nemmeno contemplate dallo Stato e da quei protocolli patologizzanti con cui si scontrano uomini e donne trans per poter affermare il proprio genere. Né un qualsivoglia documento o legge, né la ligua italiana (se non usiamo pronomi maschili o femminili) ci ammettono all’esistenza, eppure noi ci siamo e ci siamo sempre statə, non siamo una invenzione della modernità; non siamo nemmeno strane entità da esotizzare.
Siamo stufə del “Love is love”, che è uno slogan completamente inutile per le persone trans e non-binarie, e ovviamente per quelle aromantiche, e siamo in generale stufə del romanticismo. Esistono molte affettività e molteplici forme di relazione, così come la possibilità di non averne: il nostro diritto di esistere non può essere subordinato all’avere una relazione di coppia in stile San Valentino. L’amore romantico non impedirà a nessunə di discriminarci, l’amore romantico tiene in piedi la famiglia tradizionale, tassello base di questa società oppressiva e patriarcale, che usa l’amore per giustificare la violenza di coppia.
Siamo una parte consistente della comunità LGBTQIAPK+ e in questo Pride saremo nelle strade, esistiamo e lottiamo, come facciamo anche durante il resto dell’anno.
Come SPEZZONE INCEDESCENTE abbiamo deciso di dedicare uno spazio di parola specifico per tutto questo. Ci vediamo in piazza!
Antéros Padova
ASU – Associazione Studenti Universitari
Collettività Kinky
Collettivo Kosmos
Collettivo Squeert
Coordinamento Studenti Medi
CSO Pedro
Il Grande Colibrì
LSO La Tana
Murga di Padova
Non Una di Meno Padova
Padova Hardcore
Sindacato Degli Studenti – Link Padova