Chiarissimo Prof. Zaccaria,
Le scriviamo a nome dell’Associazione “Antéros” LGBTI, una nuova realtà associativa padovana impegnata nella difesa dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, nella diffusione della cultura LGBTI, e nella promozione di un modello di società in cui le differenze siano una ricchezza e non una fonte di discriminazione.
Il 20 novembre scorso, in occasione del TDoR (Transgender Day of Remembrance), l’Associazione “Antéros” – con la partecipazione di ASU, Sindacato degli Studenti, Arcilesbica “Il Riparo” Padova, Circolo “Tondelli” LGBT Bassano, DELOS Vicenza – ha organizzato in Piazza delle Erbe una celebrazione in memoria delle oltre duecento persone transessuali e transgender che quest’anno hanno perso la vita a causa della violenza transfobica.
In Italia la discriminazione e l’odio transfobico non producono solo morti, ma impediscono di vivere, negando alle persone transessuali e transgender il diritto all’autodeterminazione, al lavoro, e a quella naturale progettualità necessaria per condurre una vita dignitosa e godere di una cittadinanza alla pari, in quanto generano ostacoli sociali e giuridici che negano la libera espressione dell’identità individuale e costringono molte persone ad una vita di marginalità.
La comunità transgender e LGBTI italiana chiedono da anni alle Istituzioni la cosiddetta “piccola soluzione”, ovvero la possibilità per le persone transgender di cambiare il proprio nome anagrafico, in modo da adeguarlo alla loro identità psico-fisica ed al loro aspetto esteriore.
Ad oggi questa soluzione è possibile solo dopo la riattribuzione chirurgica del sesso, impedendo così alle persone transgender che non hanno ancora compiuto, non intendono o non possono compiere questo passo, di presentarsi dignitosamente nella società civile con dei documenti che rispecchino la loro identità di genere.
La “piccola soluzione” può essere adottata anche dalle singole Istituzioni. Per questo chiediamo all’Università di Padova di seguire l’esempio di altri Atenei italiani che già da tempo hanno adottato questa prassi: l’Università degli Studi di Torino (primo Ateneo in Italia: dal 2003), il Politecnico di Torino, e l’Università di Bologna. Questi Atenei permettono agli studenti transgender di richiedere il cambiamento del proprio nome nel libretto e nei documenti universitari, per poter frequentare i corsi, rispondere agli appelli, sostenere gli esami, vivere l’Ateneo senza che la loro privacy venga costantemente violata e senza sottoporsi a situazioni imbarazzanti e umilianti, che attualmente costringono una buona parte di questi studenti ad abbandonare l’università.
“Antéros” intende portare avanti questa richiesta insieme al Sindacato degli Studenti, all’Associazione Studenti Universitari e a “Studenti Per – UDU”: «Come studenti dell’università di Padova non possiamo che schierarci a fianco delle persone transessuali e transgender contro l’odio e la discriminazione che le colpiscono. Un odio che non solo miete vittime nel nostro paese e in tutto il mondo, ma che limita la vita e i diritti civili e sociali di troppe persone. » – «In un paese che non riesce ad approvare una legge contro l’omofobia e la transfobia, nel quale gli atti di vessazione ai danni di omosessuali e transessuali sono all’ordine del giorno, ci sembra fondamentale dare degli strumenti concreti di lotta alla discriminazione. Se adottato, il doppio libretto per gli studenti in cambio di genere renderà l’Università di Padova un esempio per tutte le istituzioni italiane in materia di diritti.» affermano rispettivamente Chiara De Notaris e Marco Zabai, rappresentanti degli studenti nel Senato Accademico.
In merito al regolamento del “doppio libretto”, alleghiamo per completezza la normativa dell’Università degli Studi di Torino, a cui gli altri Atenei sopra citati si sono in linea di massima ispirati per la prassi in oggetto. Troverà inoltre qui un’intervista a Silvia Giorcelli, presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Torino (l’organo accademico che si è occupato del “doppio libretto” in quella sede) riguardo a questa iniziativa.
Attualmente sono molti gli Atenei in cui la proposta è in corso di discussione nei Comitati Pari Opportunità o nei Senati Accademici (Bari, i tre Atenei di Roma, Milano, Salerno, Pisa, Napoli ed altri). Abbiamo fiducia che anche l’Università degli Studi di Padova, che Lei rappresenta, non rimarrà indifferente ad una legittima istanza di civiltà e seguirà l’esempio virtuoso degli Atenei che già hanno messo a disposizione dei propri studenti la possibilità di adottare la “piccola soluzione”.
RingraziandoLa per la Sua cortese attenzione,
Le porgiamo Cordiali Saluti
Antéros LGBTI Padova
2 Responses
[…] che sostituisca quello con le attuali informazioni anagrafiche. Questa la proposta fatta con una lettera aperta al Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Padova, Giuseppe Zaccaria, da Antéros […]
[…] Antéros ha inviato una lettera aperta al Magnifico […]